In precedenza ho scritto di come è strutturata la telefonia pubblica. Questa volta sposto il focus della questione direttamente sul VoIP.
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Il centralino e la telefonia pubblica
Parto dall’ipotesi che tu possegga un centralino VoIP, ad esempio Asterisk, su cui hai configurato degli interni ingrado di chiamarsi tra loro. Sicuramente desideri permettere loro di telefonare anche ad un qualunque numero geografico, dotato di prefisso. E di ricevere a loro volta telefonate.
Esistono tre tecnologie che consentono di raggiungere lo scopo.
La scelta dipende da come arriva la telefonia pubblica alla tua rete e dal budget che puoi accantonare.
Borchie ISDN
Se alla tua base arriva l’ISDN allora hai due alternative, l’utilizzo di un gateway o di una scheda integrata al server.
Gateway
Un gateway è un dispositivo serve a convertire il segnale ISDN in uno VoIP e viceversa.
Il dispositivo è costituito da due interfacce. Da una parte entrano i cavi dei flussi ISDN primari PRI a 30 linee, oppure quelli BRI a 2 linee. Dall’altra esce il cavo Ethernet per il collegamento con la rete aziendale.
Buone performance
Un ruolo di primo piano in questa categoria di strumenti è assunto dagli SmartNode della Patton. Con uno SmartNode è possibile configurare le porte ISDN, l’instradamento al centralino Asterisk e tutti i parametri necessari al funzionamento del sistema. È presente anche un buon tool di strumenti di diagnostica.
Utilizzo spesso i prodotti della Patton e si sono sempre dimostrati particolarmente robusti anche in condizioni di forte carico, come possono essere le 5000 telefonate giornaliere effettuate al CUP dell’azienda santaria di una grande città.
Scheda
La scheda PCI viene integrata solitamene nel server su cui è installato il centralino VoIP.
Si collegano i cavi ai connettori della scheda, che poi si occupa di convertire il segnale.
I player principali di questo tipo di soluzione sono la Digium, ossia la stessa azienda che distribuisce, sotto licenza GNU, il centralino software Asterisk, e poi la Dialogic.
Potenziali difetti
Al di la delle performance e delle caratteristiche tecniche di questo tipo di hardware, le schede risultano una soluzione più onerosa rispetto al gateway e, a parità di budget, non la consiglio.
Prima di tutto bisogna tenere in conto i possibili problemi di compatibilità che possono sorgere tra server e scheda PCI, dovuti agli altri pezzi montati sul server o al driver stesso della scheda.
In secondo luogo appare intrinsecamente meno robusta la soluzione stessa. Poichè l’integrazione tra IP e ISDN è a livello di un unico dispositivo (il server). Questo dimezza l’efficacia della ridondanza, infatti sia che abbia problemi sulla mia scheda, sia che ne abbia ad esempio su un disco, sono costretto a sostituire tutto con il dispositivo di backup. Perderò sia l’elemento funzionante che quello difettoso.
Confronti
Con il sistema gateway+server, invece, non sono costretto a questo rimedio drastico. Quando si rompe il disco, attivo il server di backup, se invece ho problemi con il gateway, entra in gioco quello di backup, ma ho ancora il primo server in azione. Le probabilità di down del sistema si riducono sensibilmente. Probelmi di compatibilità avviamene non esistono.
Provider
Se non sei dotato di cablatura ISDN, ma comunque hai una linea ridondante da dedicare esclusivamente al traffico voce, puoi ancora optare per un Gateway come quello sopra citato o per una scheda, naturalmente con interfaccia FXO/FXS invece che BRI.
Più comune è invece la soluzione che adotta un proxy SIP, ossia un provider di telefonia VoIP che fornisce in cloud l’accesso di cui hai bisogno. Il traffico-voce passa attraverso Internet, nel tratto che collega la tua sede al centro operativo del provider. Naturalmente lui sarà dotato di apparati fisici simili a quelli descritti sopra.
Dunque la sottoscrizione ad un abbonamento, che può essere flat o a consumo, ti solleva da problemi di budget potenzialmente onerosi e da fastidi derivati dalla gestione delle varie apparecchiature hardware.
Naturalmente vanno tenuti d’occhio i picchi di banda, per non rischiare di avere una caduta qualitativa delle telefonate.
Tra gli attori protagonisti nell’ambito della fornitura di questo genere di servizio in Italia ci sono Clouditalia (ex Eutelia) e Messagenet.
Meglio il cloud o l’impianto hardware?
La soluzione in cloud risolve tutti i problemi legati ad un sistema medio-piccolo. É velocemente scalabile e, come detto, le tematiche tecniche sono delegate ad un fornitore specializzato.
Esempi in cui il proxy SIP è consgliato possono essere un piccolo customer care, come quello utlizzato da un ecommerce , oppure un sistema automatico di chiamate dei clienti per ricordare l’appuntamento in ambulatorio. Oppure una segreteria complessa che gestisce più sedi dislocate.
La soluzione hardware è ideale per contesti di traffico di telefonate molto elevato. In questo caso consiglio di cablare l’ISDN.
Centralino già esistente
Se l’azienda dispone già di un proprio sistema di telefonia IP, l’uso di un trunk SIP consente di installare un nuovo strumento VoIP e di collegarlo alla rete pubblica tramite l’apparato presente.
Si parte da un centralino VoIP connesso in qualche modo alla rete PSTN, ad esempio con un gateway, sul genere di quanto visto poco fa.
Il secondo centralino, il nostro, diventa un interno speciale del primo tramite un’opportuna configurazione, chiamata appunto trunk SIP. Le chiamate che passano attraverso questo interno costituiranno il flusso vocale che alimenta la nostra piattaforma VoIP.